Il concetto è semplice: ciò che salva gli elementi di un ecosistema è la biodiversità che vuol dire semplicemente “più vario è, meglio è”.
Nello specifico:
- meglio se un insetto non trova un’autostrada di piante identiche in fila ad aspettare solo di essere attaccate una per una
- meglio se piante diverse vengono messe vicine per sfruttare le proprietà di protezione che possono offrirsi a vicenda (consociazione)
- meglio se invece che fabbriche-sforna-prodotti-in-serie, a distanza di passaggio delle macchine agricole, le campagne sembrassero ambienti naturali
Quindi dovrebbe essere semplice arrivare a questa conclusione: perchè dobbiamo avere piante uguali tutte appiccicate tra loro, solo tra di loro, senza l’ombra alcuna di intrusi?
E’ come se tornassimo alle classi divise per sesso.
E’ come se dicessimo l’italia agli italiani.
Sì, lo so che è “più comodo”. ma se olive, uva, mele, le prendi a mano invece di strattonarle meccanicamente o cose del genere, la disposizione non conta.
Non voglio tornare indietro, ma le aziende monocoltura hanno senso solo da un punto di vista squisitamente commerciale.
Tutto questo per dire che io e Guido opteremo per un’altra “configurazione” della terra. Perchè di alternative ne esistono fortunatamente davvero tante!
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