Un’erba spontanea, un’erba cioè che spunta dove le è venuto di nascere, ha una famiglia, comunica con le altre piante, con gli impollinatori, con altri insetti, con i funghi, anche con noi. E’ un’erba cresciuta adattandosi al luogo, che ha le sue risorse, sa come e dove trovarle.
Quella è casa sua.
Un’erba che viene dal vivaio invece ha un’altra storia. E’ cresciuta in un vaso, con le radici costrette in un piccolo spazio, in alcuni casi le hanno tagliato la radice a fittone che le avrebbe garantito da adulta una certa stabilità.
E’ una pianta debole, aiutata fin dalla nascita da concimi e irrigazione.
Quando viene messa a dimora, trapiantata in un terreno, non è figlia di nessuno. Non ha legami con piante della sua specie, non ha stretto sinergie con i funghi, non ha capacità comunicative come le spontanee. Si potrebbe dire che, in confronto, è sordomuta.
E allora ho pensato (tralasciando il senso dell’intera canzone) a Sting che cantava “I’m an alien, I’m a legal alien, I’m an english man in New York”.
La situazione non è molto diversa da ciò che succederebbe a te, se di colpo oggi portassero in una città, diciamo Mosca invece di New York, e tu non parlassi il russo, non avessi contatti, non ti fossi organizzato con un lavoro o una casa. Ci metteresti anni a trovare le risorse e le relazioni di cui hai bisogno per sopravvivere e non è detto che ci riusciresti.
Ecco, forse l’ho messa un po’ sul tragico, ma questa credo sia la differenza più lampante tra una erba spontanea ed una pianta coltivata.
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