Volevamo qualcosa per i professionisti che nel weekend sono impegnati.
Una giornata dedicata a chi di solito lavora quando gli altri si divertono o si rilassano, così che per una volta fossero dall’altra parte.
Abbiamo condensato tutto in una giornata perchè il ristoratore, il barman e in generale chi si occupa di far stare bene gli altri, ha sempre poco tempo.
Così la mia passeggiata di riconoscimento delle erbe è durata poco poco: giusto un’introduzione, ma c’era così tanto altro da dire…
Il laboratorio
Un momento molto bello di scoperte ed esperimenti è stato il laboratorio di Fervida, tenuto da Fabio di Orti Geometrici che ci ha condotto nel microcosmo dei batteri creati dalla fermentazione: sono diventate creature da nutrire amorevolmente, di cui seguire le gesta (per un anno!!) e di cui un po’ anche affezionarsi..
Impagabile la scena di tutti i partecipanti che a fine giornata si allontanavano dal giardino con stretto tra le braccia il loro barattolone di Fervida con coperchio di stoffa rosa!! Chi lo coccolava, chi lo cullava e chi si proponeva di dormirci insieme..
Ho sentito qualcuno mormorare “il mio tessssssoro…”!
Gli chef
Penso che ognuno di noi, al di là di quello che fa, sogni di poter fare tutte le domande che vuole a professionisti di successo, di cui stima il lavoro.
E noi abbiamo chiamato gli chef più interessanti del momento, quelli il cui lavoro sta facendo la differenza in Abruzzo. Quelli che ci mettono la passione, che spingono la linea della sperimentazione sempre un po’ più avanti, che riescono davvero a comunicare la loro personalità attraverso un piatto. E cercavamo chef che facessero del territorio, dell’Abruzzo, un valore.
E volevamo che per loro fosse soprattutto una bella giornata da vivere, per cui nessuna formalità, semplicemente una chiacchierata per condividere il loro lavoro e di fatto sè stessi (c’è dono più grande?).
Il Gin
Non potevamo chiudere più in bellezza di così.
Dopo aver conosciuto le erbe, sperimentato nuove tecniche e ascoltato nuovi punti di vista sulla cucina, ecco il momento dell’alchimia, della distillazione, della natura che si trasforma in bevanda.
Vittorio D’Alberto (Gin Italy) potrebbe raccontarci del Gin per giorni e ogni volta troveremmo degli interessantissimi spunti (appunto!) per riflettere.
Sulla nostra tradizione culinaria ma anche alimurgica, visto che siamo tra i principali esportatori di bacche di Ginepro al mondo.
Sulle mode, dato che il Gin è sulla cresta dell’onda in questo periodo.
Sulle caratteristiche del prodotto di qualità, da sempre oltre le mode, che solo un esperto del suo calibro riesce a comunicare e chiarire, per poter fare davvero la differenza sul bancone o sulla tavola.
Sì, perchè Vittorio ci ha mostrato e fatto assaggiare abbinamenti inediti a partire dai forti sapori della nostra terra!
Il pranzo
Una piccola nota la spendo per il pranzo. Credo che la convivialità di una tavola imbandita sia uno dei valori più profondi della nostra cultura e amo amo amo l’atmosfera che si crea durante il classico “pranzo della domenica”.
Ma questa volta volevamo qualcosa di più e l’incontro è stato preceduto da rocambolesche ricerche di produttori agricoli del territorio, con le loro storie, le loro tecniche, le loro particolari personalità.
Abbiamo voluto un pranzo con prodotti eccellenti sotto tutti i punti di vista, siamo stati intransigenti sulle caratteristiche, radicali e anche un po’ esagerati forse: abbiamo portato a tavolta un prosciutto senza conservanti (ti sfido a trovarne un altro in zona!), giuncatina fatta nei giunchi originali che danno nome al prodotto (la signora “riportameli che valgono di più di tutto!”), pecorini di lunga preparazione e altissima qualità, latticini dai sapori ricercati, diversi tipi del miglior pane della provincia (San Valentino e Sant’Eufemia in particolare) con farine di grano solina, farro e segale.
E poi il re della giornata: l’olio nuovo delle terre aprutine, del triangolo d’oro dell’olio extravergine d’oliva (quello sulla tavola era stato molito 2 giorni prima di arrivare a noi!).
La giornata è stata splendida e devo dire che il Peromelo ha dato il meglio di sè, lo sapeva che era quella l’occasione, l’unica questo autunno,
per mostrarsi in tutta la sua bellezza.
Il senso di tutto il progetto è stato di mostrare quanto c’è di meraviglioso qui in Abruzzo, proprio sulla terra che calpestiamo tutti i giorni, con le persone che incontriamo quotidianamente, nell’ambiente spettacolare che troppo spesso viviamo solo come una cornice e non come il centro delle nostre attività e della nostra vita privata.
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