Al Peromelo, da sempre, non usiamo bicchieri o piatti di plastica.
Adesso che l’Unione Europea è del nostro stesso parere, non risultiamo più tanto strani, ma fino a poco fa molti ci ripetevano indignati e con aria di sufficienza che “é sciocco lavare i piatti quando puoi usare quelli di plastica”.
No, noi laviamo e, come Permacultura comanda, sul lavandino della cucina abbiamo una finestra per guardare fuori e allietare il noioso compito.

Credo che la risposta alla produzione di oggetti inquinanti non sia il riciclo: la produzione originaria ha comunque un impatto, produce scarti e distrae dal trovare una reale soluzione.

E’ inutile creare pupazzi con barattoli di fagioli e tappi di bottiglie se poi i nostri amici buttano al cassonetto i giocattoli dei loro figli, solo perchè sono cresciuti.

Non amo nemmeno il biodegradabile: oltre al fatto che l’esperienza di mangiare in certe ciotole di carta e con certe posate “green” é terribile, ha comunque tutti gli svantaggi di una nuova produzione, quando il mondo è già troppo pieno di piatti e bicchieri (per fare un esempio, ma vale per molti altri oggetti).

Quanti “servizi buoni” ci sono nelle case delle nostre nonne (magari mai usati)?
Quanti bicchieri “fatti coi punti del supermercato” o regalati dal latte o dalla nutella?
Rimettiamo in circolo quelli, piuttosto, invece di tenerceli a prendere polvere nelle dispense.

Io sono per il riuso.

Io credo che il nostro pianeta possa permettersi poco il famoso ‘riciclo creativo’, se é vero che i pesci dei nostri mari sono tutti pieni di microplastiche.

Dovremmo fare un passo indietro: accettare che abbiamo sbagliato e smettere di produrle proprio certe cose (bomboniere, soprammobili, souvenir e altre cianfrusaglie). Poi convertire, nella maniera più indolore possibile, l’industria in un nuovo modo realmente sostenibile e non semplicemente a – lunga? – scadenza.

E noi nel nostro piccolo?
Evitiamo di favorire l’immissione di nuovi oggetti in un mondo già saturo:

  • eliminare l’usa e getta, tutto, sempre.
    stoviglie, detersivi, acqua in bottiglia,
  • non comprare più tutto ciò che, banalmente, abbiamo già.
    Fai un check: quanti doppioni hai in casa?
  • eviterei anche tutto ciò che necessita di batterie
    A partire da alcuni giocattoli, inutili senza batterie, quante cose rimangono dimenticate in un angolo in attesa di (ri)comprare le batterie (che sono inquinanti e per niente sostenibili)?
  • acquistare prodotti duraturi, anche se più costosi, facendo ricerca.
    Ora anche nel mondo della moda gira l’idea di boicottare il fast fashion in favore di una produzione più sostenibile e consapevole. E per il resto, sai cos’è l’obsolescenza programmata?

Un applauso all’Europa che vieterà in parte la produzione di stoviglie di plastica, é un segnale, ma c’é tanto ancora da fare.