Borragine: per certi versi, la più famosa delle erbe spontanee edibili.
E’ nella tradizione culinaria ligure è un must e tra web e Instagram trovi moltissime info su come cucinarla (ad esempio, frittelle con le foglie, pasta ripiena e risotto con i fiori).
Ha dei fiori azzurri bellissimi e forma delle macchie viola riconoscibili anche in lontananza e la trovi fiorita in Primavera (e con questo pazzo clima anche fiorita in Autunno).

Io però più che ripetere le solite descrizioni che puoi trovare dovunque, vorrei usare la Borragine come pretesto per raccontarti un paio di cose che, secondo me, vale la pena ricordare.

Effetto margine

La Borragine è un’erba infestante, la trovi facilmente sui campi incolti, sui terreni abbandonati o lasciati riposare dopo essere stati lavorati, e soprattutto lungo i bordi delle strade. Il bordo della strada è uno degli habitat prediletti delle spontanee, perché gode sia della ricchezza del campo incolto e sia della “povertà” della strada, che è asciutta e priva di erbe concorrenti.
L’incontro di due habitat, come appunto il campo incolto e la strada, ma anche un terreno e un fiumiciattolo, crea l’effetto margine, ovvero una zona di intersezione che gode delle caratteristiche di entrambi gli habitat, rivelandosi ancora più ricca e “biodiversa”.

Un effetto margine interessante è anche quello creato da una siepe: creando una barriera, fa sì che col vento si accumulino foglie secche, rametti e altri materiali che vanno ad arricchire quel punto del terreno creando nuove condizioni (tane, rifugi, umidità, fertilità, ecc). 

Non è tutto oro ciò che luccica

Per le sue proprietà, la Borragine è famosa per avere i tanto ricercati Omega3 e Omega6, ma essendo una Borraginacea presenta anche alcaloidi tossici.
Questa ambivalenza, secondo me, è emblematica delle erbe spontanee e ci ricorda quanto siano importanti le dosi, il senso della misura nella raccolta e in generale il buon senso, quando ci si avvicina al selvatico.