Se non hai vissuto un’infanzia scorrazzando per i boschi, non è facile, pur volendolo tanto, riuscire ad introdurre nella tua vita quotidiana quella porzione di natura che sai farebbe tanto bene non solo a te, ma soprattutto a tuo figlio (che, lo sappiamo bene, per loro siamo in grado di fare tutte quelle cose che non riusciamo mai a concedere a noi stesse!).

Tra Scuola nel bosco, Outdoor Education e la sempre più emergente sensibilità verso l’ambiente, sai benissimo che vivere nella natura sarebbe la soluzione, ma poi tra il dire e il fare c’è di mezzo…la vita quotidiana!
Così ho pensato di offrirti 4 spunti per rendere l’outdoor education una cosa più praticabile e meno utopica.

  1. RENDERLO QUOTIDIANO
    Come italiani non siamo abituati, come certe culture, a vivere fuori casa in ogni stagione. Ma senza dover diventare improvvisamente guide escursionistiche, sarebbe bene rendere il rapporto di nostro figlio con la natura un fatto quotidiano.
    Per rendere più invitante un pomeriggio in natura, possiamo ricorrere a tutto ciò che amplifica l’esperienza come un binocolo per avvistare animali da lontano, una lenti di ingrandimento per notare tutto ciò che accade nel sottobosco, o anche un microscopio per bambini per analizzare i tesori raccolti. Questi strumenti si trovano in molti negozi di giocattoli e sono disponibili anche in versioni ‘3 in 1’, molto utili per cominciare e sondare l’interesse di tuo figlio.

    Non è necessario però che “stare fuori” si trasformi in “diventare un esploratore” e sarebbe sbagliato presupporre che ogni bambino abbia questo tipo di curiosità per la natura.
    In questo caso, allora consiglio di portare all’esterno attività tipiche “da interno”: tu e il tuo bambino potreste leggere un libro al parco, ad esempio, ma anche pupazzi, macchinine e  bambole vanno benissimo, pur di stare fuori più possibile.

  2. MERAVIGLIA
    Il motore principale che dalla porta di casa può condurre un bambino nel bosco è la Meraviglia, lo stupore che ogni scoperta porta con sè.
    E la natura in questo è maestra: non solo perchè è un luogo che si rigenera, giorno dopo giorno, all’infinito, ma anche perchè ha tantissimi livelli da esplorare sotto cui cela altrettanti mondi.
    A questo scopo, attività facilissime per iniziare possono essere cercare tracce del passaggio di qualcuno (umano, animale, non importa), guardare sotto una grande pietra o un tronco caduto per vedere quanta vita nasconde (poi rimettere tutto al suo posto, mi raccomando!) o la classica caccia al tesoro che permette di scoprire forme, colori e luoghi che spesso vengono guardati distrattamente.
  3. NON AVERE PAURA
    Il tema della percezione del rischio è importantissimo nell’ambito dell’Outdoor Education. Noi mamme siamo continuamente all’erta per evitare che succeda il peggio e spesso tendiamo ad esagerare. In questo c’è sia una matrice culturale che di ansia personale. Ma soprattutto, secondo me, siamo state semplicemente abituate così fin da bambine. Se piove non si esce, se fa freddo non si esce. Percepiamo casa come un luogo salvifico, ma persino la pediatra di mio figlio mi disse che tosse e raffreddore sono più facili da prendere in un ambiente chiuso che in un ambiente aperto (e tutta la storia del covid l’ha dimostrato ampiamente).

    Quindi se vuoi introdurre più vita naturale nella tua vita e in quella di tuo figlio, la prima cosa da abbattere è la paura.
    E’ ormai ultranota la citazione che non esiste un brutto tempo, ma solo un equipaggiamento sbagliato. Quindi il mio invito è quello di uscire anche nelle giornate più fredde, ovviamente ben coperti, per scoprire cose che altrimenti i bambini perderebbero: la nuvoletta di vapore che si crea quando respiriamo, la tonicità del corpo nel camminare in mezzo all’aria frizzante, la forma delle nuvole, il colore del mare, il comportamento delle foglie di alcune piante e così via.

    Allo stesso modo, consiglio di non rifuggire il buio. Il buio è importante per permettere ai bambini di famigliarizzare con la notte, per trasmettere l’importante messaggio che la notte è semplicemente l’altra metà del giorno e che in natura non ci sono cose belle e cose brutte; ed anche per allenare la vista notturna (su questo magari farò un altro post).
    Se il buio poi è totale, come per esempio in un bosco, è un’ottima idea far tenere la torcia proprio ai bambini, sia per l’eccitazione di essere protagonista, sia perchè così avrà il controllo e potrà esplorare i limiti delle sue paure.

  4. CONOSCERE PER AVVICINARSI
    Per rendere la natura un fatto quotidiano, a mio avviso, si parte da casa.
    Trovo molto utile avere libri, non solo a tema natura, sia per bambini che per adulti, ma anche più tecnici e fotografici per riconoscere erbe e alberi, pietre, conchiglie, uccelli, costellazioni.
    Il passo successivo è, raccogliendo eticamente e con buon senso, creare un erbario, una collezione di reperti naturali, un diario, per portare in casa il mondo esterno e renderlo un po’ “più amico” e domestico.
    Tutto questo consente al bambino di elaborare l’esperienza fatta all’aperto, di sognare la prossima avventura, di approfondire gli aspetti che gli sono piaciuti di più o tutte le emozioni che sono scaturite nell’esperienza e, infine, di amare ciò che prima conosceva poco.

Di questi punti tengo sempre conto quando progetto un’attività per te e la tua famiglia, ma anche nelle attività per adulti, perchè credo che in fondo non ci sia differenza: le paure e i sogni, in profondità, sono rimasti più o meno gli stessi.